Storia

Lo stile estetico e culturale di Ivan Bruschi è ancora vivo grazie al suggestivo allestimento della preziosa ed eclettica collezione.

Inserita in un palcoscenico naturale, di fronte alla Pieve romanica di Santa Maria e poco lontano dalle Logge del Vasari che fanno da scenario alla Fiera Antiquaria ideata da Bruschi stesso, la Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi, al di là della sua destinazione museale, è oggi a tutti gli effetti uno spazio culturale polivalente che organizza mostre temporanee, percorsi e laboratori didattici, conferenze, spettacoli e concerti.

All’interno del palazzo, uno degli edifici pubblici più importanti e rappresentativi della città durante il Basso Medioevo, come testimoniano i molti stemmi affissi alla facciata, si snoda un percorso espositivo che, pur evidenziando le predilezioni del collezionista, permette comunque di ricostruire i nuclei principali della raccolta. Formatasi a partire dai primi anni ’60 per progressivi acquisti di precedenti nuclei collezionistici e di oggetti disponibili sul mercato antiquario, la raccolta oggi conta circa 8.000 pezzi. Una serie considerevole di frammenti archeologici, scultorei ed epigrafici, danno il benvenuto a chi entra nella Casa Museo: forme e lettere decorano l’ingresso quasi ad evocare ricordi ed i cordiali dialoghi intrattenuti tra il distinto padrone di casa e i suoi illustri ospiti.

La visita si sviluppa in una successione di sedici sale, distribuite su tre piani, sobrie ed eleganti e curate in ogni dettaglio, dove l’efficace allestimento museografico – curato dalla Scuola Normale di Pisa – valorizza coerentemente l’attenzione che il colto collezionista aveva posto nell’esposizione equilibrata e armoniosa delle proprie collezioni fra le pareti del trecentesco palazzo.

Le collezioni riguardano un percorso storico che inizia con la preziosa Venere d’Arezzo, scultura preistorica, ma anche da testimonianze archeologiche egizie, etrusche, inca, precolombiane e antico romane. Le pareti sono arricchite da incisioni, disegni e opere pittoriche delle cerchie di Papacello, Tintoretto, Guido Reni ed ancora Sassoferrato e Luca Giordano, oltre a pregiati pezzi di mobilio risalenti al XV secolo sino al XIX. Tra le policrome sculture rinascimentali troneggiano anche armature ed armi di fine cesello, tessuti preziosi, pizzi, oggetti liturgici, ex voto e reliquiari, paramenti sacri e vesti settecentesche, senza dimenticare gioielli, cammei, monete, medaglie e sigilli, bronzetti, avori, porcellane, oggetti vitrei, argenti vari, ceramiche, francobolli ed ancora orologi da scrittoio, strumenti scientifici, fossili, importanti documenti, incunaboli e cinquecentine ubicati nello Studiolo.

Una significativa selezione di libri di critica e saggistica d’arte sono conservati nella biblioteca del secondo piano, dove era solito rifugiarsi Bruschi, dal quale si può accedere ad un’ampia terrazza su più livelli che sovrasta l’edificio e permette di vivere un contatto diretto con la Pieve romanica di Santa Maria, caratterizzata da quattro registri orizzontali di colonne lapidee, decorate da molteplici motivi sia nei fusti che nei capitelli.

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Story

Where the aesthetic and cultural style of Ivan Bruschi still lives thanks to the suggestive setting up of the precious and eclectic collection

Inserted in a natural stage in front of the Romanic Pieve di Santa Maria, near the Logge del Vasari, the background of the Antique Fair invented by Bruschi himself, the Casa Museo of Ivan Bruschi, more than a museum is indeed today a cultural space which organizes temporary exhibitions and workshops, which hosts conferences, shows and concerts.

Inside the building, one of the most important and representative public buildings of the city during late medieval time, as proved by the many coat of arms placed on the façade, there is an expositive path which as well as highlighting the collector predilections, allows anyhow to build the essential points of the collection. Assembled at the beginning of the 60s, due to progressive purchase of previous collection pieces and objects available on the antique market, today the collection has around 10 thousand pieces. A considerable series of archeological fragments, sculptures and epigraphs, welcome who visits the Casa Museo: forms and letters decorate the entrance, almost to evocate memories and the kind dialogues held by the distinct landlord and his esteemed guests.

The collection is scattered in the simple but elegant sixteenth rooms, distributed on three floors, furbished with attention to the smallest details. The effective museum layout setting up, developed by the Scuola Normale di Pisa, coherently valorizes the attention that the bright collector gave to the balanced and harmonious exposition of his collection among the walls of the 13th century building.

The collection refers to a historical path that starts with the precious Venere d’Arezzo, prehistorical sculpture but also from l Egyptian, Etruscan, Inca, pre-Columbian and antique Roman archeological evidences. The walls enriched with engravings, drawings and paintings by the school of Papacello, Tintoretto, Guido Reni, Sassoferrato and Luca Giordano, as well as precious pieces of furniture from the 15th to the 19th century. Among the polychrome Renaissance sculptures, there are armors and weapons, precious textiles, laces, liturgical objects, ex voto and reliquaries, sacred parameters and 18th century clothing, as well as jewels, cameos, coins, medallions and seals, bronzes, ivories, porcelain, glass objects, random silver, ceramics, stamps and desk clocks, scientific instruments, fossils, incunabula and 15th century books to be found in the Studio. A significant selection of art critiques and essays are stored in the 2nd floor library, where Bruschi used to study. The library leads to the large panoramic two level rooftop terrace which allows the visitor to experience a direct and unique encounter with the Romanic Pieve of Santa Maria characterized by four horizontal commemorative column registers, decorated with multiple themes in the trunk and in the capitals.

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